ANNO Mutationem, la recensione
Ecco la nostra recensione di ANNO: Mutationem, il primo gioco di ThinkingStars.

Il cyberpunk è uno dei generi letterari che negli ultimi tempi ha maggiormente preso il sopravvento nel mondo dei videogiochi. A basarsi su questo tema sono sia grandi produzioni come Cyberpunk 2077 sia progetti più piccoli come ANNO: Mutationem.
Il primo gioco dello studio cinese ThinkingStars è approdato in questi giorni su PC e PlayStation, e sin dall'annuncio ha saputo catturare l’attenzione di molti principalmente per il suo stile artistico. Un mix tra 2D e 3D abbinato alla pixel art e al cyberpunk con ispirazioni alla cultura giapponese: questa combinazione ha funzionato? Sì, ma non del tutto.
Darling!
In ANNO: Mutationem prenderemo i panni di Ann Flores, una ragazza affetta da una particolare malattia che non le lascia dormire sogni tranquilli. Assieme alla sua vivace e quasi sempre ilare assistente Ayane, Ann è alla ricerca di una cura per la sua malattia, o almeno limitarne i devastanti effetti che potrebbe avere.
Quella di Ann sembra essere una vita relativamente tranquilla, anche se non senza problemi... fino a quando suo fratello scompare nel nulla. Senza pensarci due volte Ann decide di andare alla ricerca di suo fratello, per poi scoprire che la vera missione è un’altra: salvare il mondo da una particolare minaccia.
Ed è proprio sulla storia che ANNO: Mutationem, purtroppo, non ha saputo dare il meglio di sé. Mentre all’inizio la trama dimostra di essere relativamente lineare, seppur un po’ banale, con il passare del tempo è possibile evidenziare sempre più difetti. Senza spoiler, gli ultimi capitoli del gioco non riescono a rispondere a molte delle tante domande che ci siamo posti durante la nostra partita.
Ci sono anche dei buchi di trama e, soprattutto, non abbiamo una vera e propria spiegazione della vita di Ann. Cosa faceva prima di avventurarsi per salvare l’umanità? Qual è la sua vera relazione con Ayane? Che cosa fa per l’esattezza la sua malattia? Queste sono domande a cui non sapremmo dare una risposta, e nemmeno i tanti libri e computer sparsi per il gioco sanno aiutarci. Per essere chiari, in alcuni livelli è possibile trovare dei dispositivi in cui sono contenute delle informazioni che, a differenza di altri giochi, poco hanno a che fare con la missione principale.
Come detto, la debole storia è il punto critico di ANNO: Mutationem. Del resto, però, abbiamo molto da elogiare.
Tra spade e lanciarazzi
Il gameplay di ANNO: Mutationem è essenzialmente composto da due parti: una si palesa quando stiamo combattendo, mentre l'altra si fa vedere quando non abbiamo alcuna minaccia nelle vicinanze. Partendo dalla prima, ci hanno soddisfatto gli elementi action e da gioco di ruolo. In combattimento Ann avrà a disposizione tre tipi di armi: spade leggere, spade pesanti ed armi da fuoco. Le armi acquistabili oppure "craftabili" non sono molte, ma non è la sola base a fare la differenza.
Tra i tanti oggetti che potremo raccattare in giro (e davvero, sono tanti) per creare componenti utili alla creazione di armi, ci sono dei chip che modificano il funzionamento di un’arma. Ci sono i chip che aumentano i danni critici, quelli che rendono più potente un’arma quando si affronta un nemico di un certo tipo e altri ancora. Con dei punti che si ottengono sconfiggendo nemici comuni e boss, inoltre, possiamo migliorare le statistiche di Ann ed espandere il suo arsenale di mosse.
I combattimenti si svolgono con una telecamera 2D quasi fissa, e non sono molto caotici. Certo, quando i nemici sono tanti si potrebbe avere qualche difficoltà nel sconfiggerli, ma a dire la verità ANNO: Mutationem è uno dei giochi meno frustranti a cui ho giocato negli ultimi tempi. Quando si capisce come agisce un nemico, abbatterlo diventa una questione di pochi secondi (o minuti, dipende). Il game over, se si utilizzano a dovere lo scudo e oggetti come quelli per la cura, si raggiunge poche volte. La difficoltà, invece, non è del tutto equilibrata.
In alcune parti, infatti, abbiamo notato dei picchi non indifferenti che ci hanno lasciato perplessi quando abbiamo sconfitto il boss finale: un combattimento davvero semplice, forse anche troppo. Un’altra cosa che ci ha fatto storcere un po’ il naso sulla difficoltà è il posizionamento dei nemici nei livelli. Quelli che prima erano dei veri e propri boss diventano via via dei comuni avversari che rimangono però molto pericolosi. Ed è proprio per questo che si creano i picchi di difficoltà di cui abbiamo appena parlato.
Ultima nota sul combattimento: abbiamo notato alcuni piccoli errori che ci auguriamo vengano presto risolti. Uno di questi mostra la barra della vita del nemico vuota anche quando, in realtà, sta ancora a darci filo da torcere. Un altro dettaglio riguarda l'attivazione degli oggetti. Non sembra infatti essere possibile, per fare un esempio, curarsi mentre si sta saltando o si sta combattendo, il che potrebbe essere fastidioso se ci si trova in condizioni critiche.
Benvenuti a Noctis City!
Passiamo ora ad analizzare il gameplay al di fuori del combattimento. L’esplorazione in ANNO: Mutationem è in 3D, il che significa che possiamo muoverci liberamente, e questo aspetto non è da sottovalutare. Specialmente nelle due principali cittadine del gioco possiamo esplorare molti edifici, che siano negozi o semplici punti di ritrovo di gruppi di persone che parlano. Proprio questa libertà non ci costringe a seguire la missione principale, ma anche provare a completare quelle secondarie.
Missioni secondarie che potevano osare di più: ce ne sono una ventina circa, e la maggior parte di queste sono un semplice "vai in quel luogo, parla con quel personaggio e torna indietro". Sì, sono missioni secondarie, ma il problema è che questo si può notare anche in quelle principali. Per proseguire, infatti, più volte bisognerà andare avanti e indietro da un posto all'altro per fare dei favori da cui, in cambio, otterremo informazioni utili per il nostro viaggio. Non è certo il massimo, ma questo potrebbe anche essere colpa della storia in sé.
Per staccare dal continuo viaggiare potrebbe interessarvi sapere che ci sono dei minigiochi con cui possiamo guadagnare dei soldi, qui chiamati Crediti. Uno di questi ci porterà a mixare dei cocktail per i clienti del bar di nostra sorella (con un nome legato all'Italia!), un minigioco simile a quello che propone il gameplay di VA-11 HALL-A. Ma perché citiamo questo titolo? Un motivo c’è, ma rimane una sorpresa.
Pixel art dovunque
Arriviamo però a quello che più mi è piaciuto di ANNO: Mutationem: il comparto artistico. Davvero, in questo il team di ThinkingStars ha dato il meglio di sé, e lo si nota specialmente quando ci troviamo in città. La pixel art è incredibilmente ben fatta, e dà l’impressione di trovarsi di fronte ad un mondo vivo – perché lo è. Tuffandosi in città è possibile trovare discoteche colme di persone, concerti di quelle che potrebbero essere considerate idol virtuali e una vivacità che ci immerge al meglio in questo mondo futuristico. Se i trailer e le prime immagini di ANNO: Mutationem mi avevano fatto ben sperare da questo punto di vista, non posso certo dire di essere rimasto deluso.
L’ottima produzione artistica non si limita solo ai centri abitati: anche gli altri livelli del gioco sono ben fatti, dal laboratorio del Dr. Alan a complessi industriali, passando per un nascondiglio sotterraneo che personalmente mi ricorda un certo luogo di NieR: Automata. Il lavoro del team, inoltre, si fa notare sia quando ci si trova con la visuale in 3D che con quella in 2D.
L’ambientazione è importante, ma la musica e il doppiaggio come sono? La colonna sonora, composta prevalentemente da tracce di musica elettronica, non è memorabile, ma sicuramente godibile. Il doppiaggio è ben fatto, anche se possiamo parlare solo di quello inglese e giapponese. E a proposito del primo, qui entriamo in un altro punto delicato di ANNO: Mutationem.
Il testo in inglese presenta degli errori grammaticali e manca di punteggiatura: alcuni dialoghi, tra l'altro, sono troppo veloci. A volte poi il doppiaggio non si abbina ai sottotitoli: capita che nei dialoghi ci siano delle parti in più. In certi casi i sottotitoli sono diversi dal doppiaggio, sebbene il significato sia il medesimo.
Nel complesso ANNO: Mutationem dimostra di essere un gioco decisamente godibile per il gameplay e per il comparto artistico, anche se la storia deludente potrebbe non convincere molti. Oltre a questi problemi poco trascurabili, ANNO: Mutationem è un ottimo trampolino di lancio nell’industria videoludica per ThinkingStars, e ci auguriamo di vedere Ann e Ayane tornare in futuro.
ANNO: Mutationem è disponibile su PC, PS4 e PS5. Un codice per la versione PC è stato fornito da Lightning Games e ThinkingStars.
Nota: durante la stesura della recensione, ThinkingStars ha pubblicato su Steam una tabella di marcia per i prossimi aggiornamenti di ANNO: Mutationem. Saranno risolti i bug delle telecamere, della traduzione del testo e del combattimento. Inoltre sono in arrivo missioni primarie e secondarie completabili dopo la fine del gioco che dovrebbero fare più chiarezza sulla storia.
ANNO: Mutationem - Recensione
ANNO: Mutationem è un'interessante avventura cyberpunk che mescola il 2D e il 3D in grado di conquistare gli amanti del genere e della pixel art. Il lavoro svolto sulla grafica, tuttavia, è superiore alla storia che poteva essere di più. Se però siete interessati ad un gioco action cyberpunk 2D, potreste voler tenere ANNO: Mutationem d'occhio.
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In questo articolo
ANNO: Mutationem
ANNO: Mutationem è un platform del team cinese ThinkingStars.